venerdì 22 gennaio 2010

I pirati fanno pagare il loro software

Il titolo sembra un po' una barzelletta ma a quanto pare sembra proprio così. Almeno per il Corriere online.

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_gennaio_22/pratellesi-pirati-internet_04f5e042-071e-11df-8946-00144f02aabe.shtml

Pare che i pirati svedesi di Pirate Bay stiano approntando un servizio, Ipredator, "che consente agli utenti di navigare in assoluto anonimato facendo in Rete quello che più aggrada senza correre il rischio di venire identificati". Così recita l'articolo del corriere della sera.

La cosa solleva svariate osservazioni.
Come è possibile che proprio loro, quelli di Pirate Bay, paladini della rete libera e del libro scambio di informazioni, chiamiamole così, si facciano pagare per poter, appunto, scambiare liberamente informazioni?

E' un corto circuito.

E se qualcuno ottenesse illegalmente il loro software?
Sarebbero contenti?
Sarebbe da chiedere a loro.

Quindi tutte le indagini che effettua la polizia postale per rintracciare le numerose informazioni che si lasciano sul web quando si commettono atti criminosi, improntati sulla pedofilia, infrazioni di reti più o meno importanti, transazioni illegali di denaro riciclato, sarebbero inutili grazie ai 5 dollari pagati mensilmente dai criminali?

E' una riflessione che mi viene così d'istinto ma occorre riflettere fino a dove può spingersi lo scambio libero di indfrmazioni.

Vedremo come si svilupperà la cosa e se effettivamente è vera questa notizia.

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