giovedì 8 aprile 2010

Pane al pane...

Tempo fa ho letto un articolo che diceva che in una scuola, probabilmente elementare, della provincia di Vicenza ad alcuni bambini sia stato dato alla mensa come pranzo, un panino e dell'acqua, a differenza degli altri bambini che invece avevano il loro pasto completo.
Motivo?
Le famiglie dei nove bambini messi a pane a acqua erano inadempienti, ovvero non avevano pagato la retta necessaria per assicurare il pasto ai loro bambini.
Spulciando l'articolo (http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_23/non-pagano-mensa-bimbi-pane-acqua-mottola_f457f394-3646-11df-95eb-00144f02aabe.shtml) si legge quanto segue:
 Una storia di soldi arretrati e questione di principio quella che da tempo divide l'amministrazione comunale e un gruppo di famiglie macchiate di «insolvenza». Di fatto mandano i figli in mensa, ma da anni non versano un euro
E continua:
 La faccenda viene fuori mesi fa, quando a Montecchio la neogiunta di centrodestra (Lega e Pdl) insediatasi a giugno dopo 5 anni di amministrazione di centrosinistra, scopre un ammanco di oltre 150 mila euro nella gestione della mensa scolastica. Scatta una sorta di indagine per mettere ordine nel bilancio. E l'approfondimento produce i suoi frutti: gli amministratori arrivano a numeri e nomi allo scopo di recuperare importi relativi a quattro anni scolastici: 2005-06 e 2008-09.
 Nell'articolo si fa notare che l'inadempienza recidiva delle famiglie (italiane e straniere) è stata notata soltanto dalla nuova giunta di centrodestra, mentre la giunta di centrosinistra per 5 anni, non ha mai notato nulla.
Viene da chiedersi: possibile che per 5 anni nessuno si sia accorto di nulla? Possibile che dal 2005, un numero variabile tra le 10 e le 50 famiglie (si presume così almeno dall'articolo del Corriere) l'abbia scampata e abbia usufruito dei servizi della mensa senza pagare nulla?
Fa molto più comodo tacere e lasciare che a passare per "orco cattivo che non da la pappa ai bimbi" sia qualcun'altro.
Vediamo cosa altro dice l'articolo:
alla data del 10 marzo sono 52 le famiglie morose, 22 italiane, 30 straniere. Per loro l'amministrazione si preoccupa di affiggere manifesti all'interno delle scuole anche in lingua araba, inglese, francese, bengalese
Si deduce che quindi le famiglie inadempienti se ne siano fregate altamente del fatto che i loro bambini potessero rimanere senza pranzo.

L'ultimatum è chiaro: «Se entro il 15 marzo non avranno regolarizzato gli insoluti, il servizio mensa verrà sospeso». L'iter si conclude con una raccomandata consegnata a mano dei vigili urbani. Risultato: sono ancora nove posizioni da saldare. E l'assessore all'Istruzione Barbara Venturi è chiara: «Non è giusto non pagare le rette nel rispetto di chi ha problemi economici e le versa». Così ieri parte la sospensione. Ma i bambini non lo sanno. 
Pane e acqua dovevano portarli ai genitori dei bambini che se ne sono fregati del fatto che i loro figli potessero rimanere senza pranzo. Ma era più comodo fregarsene e aspettare che accadesse qualcosa.
Bastava poco per non arrivare al pane e acqua: le famiglie in difficoltà ne parlavano con la scuola, con l'amministrazione, e qualcosa saltava fuori, così come è saltato fuori qualcosa con l'emergenza che è emersa, scusate il gioco di parole.
Perchè le amministrazioni se ne devono fregare? Perchè poi c'è l'opinione pubblica che poi le fa passare per cattive, ma cattivi sono le famiglie inadempienti. Cosa possono pensare le famiglie che invece magari fanno il sacrificio, si concedono una pizza in meno in pizzeria per assicurare il pranzo al loro figlio a scuola?
Trovo assolutamente ingiusta la cosa.
Viene da chiedersi in che modo possono essere trattati i bambini messi a pane e acqua a casa quando i loro stessi genitori se ne fregano del fatto che potrebbero rimanere senza pranzo.
Quindi ben venga la solidarità, ma mobilitare subito i servizi sociali per accertarsi che le famiglie inadempienti assicurino ai loro figli un'infanzia decorosa.

All'asilo dove va mio figlio alcune famiglie, italiane o extracomunitarie, non lasciano il loro figlio a pranzo perchè dicono che con quello che pagano la mensa loro ci mangiano tutta la famiglia. Nulla da dire al riguardo perchè è vero ed un atteggiamente del genere è assolutamente coerente e onesto. Ovvio che mangiare a casa costa meno. A scuola paghi il servizio, paghi il fatto che c'è la maestra che assiste tuo figlio durante il pranzo.
Tanto di cappello alle famiglie che prendono la decisione di non lasciare il loro figlio a scuola a pranzo per questione economiche. Tanto di cappello perchè non aspettano l'aiuto dall'alto.

Purtroppo si ha sempre troppa paura dell'opinione pubblica e di prendere decisioni giuste ma impopolari.


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