mercoledì 2 marzo 2011

Elettricità o non elettricità...

Affronto solo di striscio l'argomento, di nuovo, con la speranza di avere il tempo di approfondirlo in seguito.

E' stato pubblicato un articolo, sulle principali testate online, che cita uno studio che avrebbe rivelato che un'auto elettrica inquinerebbe quanto un'auto che emette CO2.

Le elettriche inquinano come le altre auto (da Repubblica)

Se infatti è vero che queste macchine non emettono CO2 durante l'utilizzo, è anche vero che l'elettricità necessaria per ricaricarne le batterie deve essere prodotta da centrali elettriche. E il biossido di carbonio (il cosiddetto "gas verde", secondo gli scienziati colpevole del surriscaldamento globale) prodotto da questi stabilimenti sarebbe pari a quello creato dalla combustione interna.

Ma a pronunciarsi non sono multinazionali del petrolio che avrebbero tutto l'interesse a supportare una tesi del genere, ma anche chi invece tiene davvero al nostro bel pianeta. A tal proposito vengono citati WWF e Greenpeace.

Non è la prima volta che un'organizzazione punta il dito contro il mercato delle auto elettriche. Due anni fa uno studio condotto in Germania dal WWF insieme all'Izes, istituto tedesco che si occupa di ricerche sui sistemi energetici, mise un freno alla decisione del governo Merkel di mettere in strada un milione di veicoli elettrici o ibridi entro il 2020, spiegando che il progetto avrebbe ridotto solo marginalmente le emissioni di biossido di carbonio nell'ambiente. Sulla stessa linea gli appelli lanciati di recente da Greenpeace, Friends of the Earth Europe e Transport & Environment, che hanno chiesto ai Paesi europei l'adozione di obiettivi nazionali per le energie rinnovabili, in modo da assicurare che i veicoli elettrici siano realmente a "zero emissioni". 

Purtroppo al momento non ho modo di approfondire il discorso.
Sarebbe interessante, dati alla mano, vedere e paragonare le emissioni di una soluzione rispetto all'altra.

Inutile aggiungere inoltre che tale notizia, dopo una fugace comparsa nelle home page delle testate online è stata relegata alle sezioni interne delle edizioni.
Ma non per chissà quale oscuro complotto, semplicemente perchè la notizia interessa poco alla maggior parte del lettore medio delle testate online.
Allo stesso modo in cui interesserebbe un'eventuale notizia di opposto tenore.

Molto meglio parlare di Ruby e di come James Lambert sia stato escluso dalla combinata nordica ai Mondiali di Holmenkollen.
Mha...

Alla prossima

8 commenti:

  1. Più o meno è un tema che avevo già dibattuto con altri (Markogts, dove sei?).
    In fondo l'elettricità è solo un mezzo comodo per trasferire energia, non una fonte.
    E finché la produciamo col petrolio...

    p.s.
    Non sono sparito (del tutto) eh...

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  2. Molte volte però l'importante è essere almeno (purtroppo) in pace con sé stessi.
    Il discorso è : "Io, personalmente, non inquino con la mia bella auto elettrica. E la mia coscienza è a posto".
    Poi anche se alla lunga non cambia nulla, chissenefrega.
    Eh vabbè...

    Ultimamente comunque sono soggetto anch'io a sparizioni repentine.
    Ma ho qualcosa che magari può interessare.

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  3. Metto i miei 2 cent, il discorso è in effetti da approfondire però c'è da dire questo, la produzione di energia è funzione anche del volume prodotto, nel senso: se produco tanta energia assieme sono più efficente che produrne la stessa quantità tramite apparati più piccoli.

    Questo per tutta una serie di motivi: impianti più grandi sono più efficenti, richiedono, in proporzione, minori costi di costruzione e di mantenimento, l'approvigionamento delle materie combustibile può essere fatto a costi minori (portare 10 camion di petrolio a una centrale è più efficente che portare 10 camion di petrolio a 10 distributori di benzina, se non altro perchè posso fare un camion unico per la centrale) e via discorrendo.

    Usare auto solo elettriche richiederà di sicuro di aumentare la produzione di elettricità, ma si potrebbe intervenire anche per rendere il consumo più efficente (ad esempio ricaricando, quando possibile, le auto di notte ossia nelle ore in cui sprechiamo gigawatt di dati... oooops elettricità).

    Come dici giustamente tu il vero problema è che non interessa a nessuno e che i media non fanno nulla per cambiare questa situazione.
    C'è di sicuro da discutere e valutare, sarebbe bello se gli organi di informazione iniziassero almeno a farlo...

    Nicholas

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  4. PS complimenti per l'ottimo blog, lo leggo sempre volentieri :)

    Nicholas

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  5. Grazie Nicholas!
    :)

    Il fatto è che i ben pensanti si aspettano che siano i media a cambiare la situazione.
    Ma i media fanno semplicemente il loro lavoro: proporre ciò che più interessa.
    Si è letto per 3-4 settimane di aggiornamenti, anche in tempo reale, della situazione in Giappone e delle possibilità di fusione dei noccioli.
    Ora, sono passati 2 mesi e mezzo, e la gente si può essere stufata di leggere le stesse cose. Perchè? Perchè alla fine non c'è più nulla da dire.
    Ieri si è letto della parziale fusione dei reattori 2 e 3 mi sembra. Notizia relegata di lato sulle testate.
    E' meno importante della fusione degli altri reattori? No, ma semplicemente la notizia non tirava più.
    E per lo stesso motivo si continuano a vedere le pubblicità dei Mac Donald e non le pubblicità di appetitosi piatti di spinaci, continueremo a vedere in prima pagina le notizie che parlano del reale deretano di Pippa Middleton e del tornado che ha fatto 2 vittime.
    Perchè? Perchè quelle sono le notizie e le pubblicità che tirano.
    Così come continueremo ad avere il commerciante che cerca di vendere lo stinco già cotto perchè è buono (anche se gronda grasso) piuttosto che lo stinco ancora da cuocere, più sano ma più economico.
    Di base c'è il problema che dai media ci si aspetta il cambiamento e da loro, certamente, il cambiamento non avverrà mai.
    Ma parlo dei media, tutti. Quelli classici e quelli alternativi. Ce li metto tutti, perchè ognuno dovrà tirare l'acqua al suo mulino.

    Il cambiamento dobbiamo averlo in testa.
    Ed anche questo, temo, non avverrà mai.

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  6. Purtroppo il tuo punto di vista è più che condivisibile, nel senso che i media sono imprese private e quindi perseguono il profitto, non mi aspetto che media privati guidino il cambiamento ma mi aspetterei che almeno lo facciano i media pubblici.
    Non so, a me sembra che pagando le tasse chiediamo allo stato una serie di cose, non ultima quella di essere correttamente informati.
    Un servizio pubblico dovrebbe essere al di fuori delle logiche di mercato in quanto, appunto, pubblico.
    Comunque non voglio ingigantire una discussione su cui, peraltro, siamo d'accordo :)
    Venire informati è un diritto, ma informarsi è anche un dovere, per quello apprezzo sempre l'ottimo lavoro che fanno blog come il tuo o come quello di Attivissimo e tutti gli altri.
    Grazie ancora!

    Nicholas

    PS

    Scusami per "l'anonimo" ma non ho ancora deciso di fare il passo di farmi un profilo su blogger...

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  7. Il fatto è che anche i media pubblici sono sempre in cerca di finanziamenti.
    Se metti un articolo che tira, l'artcolo viene letto e fai caso alla pubblicità che c'è accanto all'articolo stesso.
    Se l'articolo non tira non lo leggi, e non fai caso nemmeno alla pubblicità.
    Informarsi è un dovere che purtroppo spesso viene delegato ai media per pigrizia e per poco tempo. Per carità, non vogliono essere giustificazioni perchè davvero serve tempo, parecchio, per informarsi, leggere e documentarsi.
    Più che tempo di quello in genere si ha a disposizione.
    E quindi "ci si accontenta".

    E per lo stesso motivo ci si accontenta anche dei commenti "anonimi".
    Anche per aprire e gestire un profilo su blogger serve tempo.
    :)

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  8. Touchè, ma rimedierò presto lo prometto :)

    Nicholas

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